INTERVISTE TRA IL 1980 E IL 1985
- "Proprio a me doveva capitare un figlio così! Che canta queste
canzoni sguaiate! Sarei stata più contenta di essere la mamma di Pavarotti.
E invece mi è toccato essere la mamma di un capellone che quando canta
sembra che nessuno gli abbia insegnato l'educazione. E poi dicono che piace
alle donne. Chissà che cosa ci troveranno, tutte, nel mio Vasco..."
(mamma di Vasco,1983)
- "La musica è una questione di anima, di dinamicità, di ritmo. Il
ritmo è fondamentale, se è quello giusto ti distendi ed entri
nell'atmosfera, altrimenti no, resti fuori. Oggi i giovani non seguono più
nessuno, non hanno più rispetto per niente e per nessuno, sul serio. Se
seguono me, lo sai perché succede? Perché io canto quello che loro
canterebbero se non lo cantassi io, e perché hanno paura del buio come me e
cantano per farsi coraggio" (V. Rossi a Roberto D'Agostino per il
Radiocorriere TV)
- " Ho sempre sognato che le mie canzoni potessero essere cantate anche
senza musica. Come quando cammini per la strada e ti viene in mente qualche
aria, tipo quelle di Battisti che ti rimangono sempre in testa come
"Non sarà un'avventura!". Capito? Ho sempre avuto voglia di fare
canzoni del genere. Però il fatto di sentire tutta la gente che le canta
dal vivo è una soddisfazione incredibile." (Tv sorrisi, luglio 1985)
- In "Bolle di sapone" c'è proprio la spiegazione di come mi
vengono le canzoni :" come le bolle di sa pone, se soffi piano vengono
da sole, anche le parole". (Tv sorrisi, 1985)
- "Una nuova canzone per lei", con la musica di Ricky Portera.
Feci il testo qualche anno fa. Lui non ha mai fatto il disco per cui l'ho
inciso io. Credo che sia il più bel testo che ho mai scritto".
(Tv sorrisi, 1985)
- "Anch'io vorrei essere considerato un elemento della Steve Rogers
Band e non per falsa modestia. Avete mai provato ad immaginare quanto grande
è la responsabilità di un solista che si presenta di fronte a migliaia di
persone? No, no! Mi piacerebbe proprio dividerlo con qualcun altro questo
peso".(Tutto, maggio 1984)
- "I soldi non ti danno quello che ti manca dentro, però bisogna
averli per non averne il problema" (Tv radiocorriere, 13/19 ottobre
1985)
- Secondo "Il monello" la canzone "Ti taglio la
gola" si sarebbe dovuta intitolare "Solita Lolita" (20 giugno
1985)
- "Voglio una vita spericolata che se ne frega ... Sembra facile eppure
per sei mesi sono stato ossessionato da un verso che diceva "Voglio
Alice". E questo "Voglio Alice" mi bloccava qualsiasi
creatività" (Corriere della Sera, intervista raccolta da Mario
Luzzatto Fegiz)
- "Io non mi aspettavo di vincere il Discoinverno, ma non nel
senso che hanno in genere queste dichiarazioni: non mi ricordavo neanche che
ci fosse, non mi ricordavo di essere uno dei partecipanti. Sono talmente
preso da altri problemi, dal gruppo, dagli spettacoli dal vivo, dalle
canzoni, dal nuovo disco, che alle manifestazioni non ci penso". (Il
messaggero, intervista raccolta da Fabrizio Zampa, 1983)
- "Avremmo dovuto esser costruiti in modo da non essere mai stanchi, da
non dover mai dormire. Questa cosa del sonno non riuscirò mai a
capirla" (tv radiocorriere, 13 ottobre 1985).
- "L'attuale formazione è quanto di meglio io possa chiedere. Massimo
Riva, uno dei due chitarristi, è un artista puro. Da piccolo suonava il
pianoforte ed era considerato un bambino prodigio. A 13 anni faceva già il
disc-jockey ed è quindi un profondo conoscitore di tutti i generi musicali.
Lavorare con lui è davvero stimolante; per me rappresenta un po' quello che
Keith Richard è per Mick Jagger". (tutto, maggio 1984)
- "L'anno scorso è stata una tournèe molto piena, mi venivano a
vedere i curiosi, quelli attratti dalla cronaca, dal personaggio, spesso dal
mostro, quest'anno invece c'era soltanto il mio pubblico, quelli che amano
la musica, che si identificano con le mie canzoni" (ciao 2001, 18
ottobre 1985)
- "Per me l'auto-ironia è stata la base della mia espressione, fin
dagli inizi. Io ho giocato al mio ruolo della rock-star, senza mai prendermi
sul serio ... In Italia non puoi essere una rock-star, non c'è una
tradizione, non c'è il business, non c'è l'ambiente materiale. Quando dico
di essere una rock-star sto quasi scherzando, e d'altra parte sto quasi
scherzando, e d'altra parte dovevo pur qualificarmi in qualche modo e
cantautore non ero, né rispondevo alle definizioni che c'erano prima, così
ho incominciato a dire che ero una rock-star, ma era più che altro un
gioco. L'ironia e l'auto-ironia son sempre state alla base delle mie
canzoni, del mio modo di essere e di comportarmi, ed anche della mia
espressione sul palco. In parte è stata questa auto-ironia che mi ha
aiutato a non lottare più col palco." (Ciao 2001, 18 ottobre
1985)